La traspirazione delle abitazioni

La traspirazione delle abitazioni

Avete mai visto respirare una casa? lo no!

Partiamo dal concetto che non esistono materiali che respirano ma piuttosto che traspirano, ovvero che hanno la capacità di lasciar passare ed assorbire una certa quantità di vapore acqueo per poi cederlo in determinate circostanze, questi materiali rendono gli ambienti più salubri e riducono la possibilità di creazione di condensa e muffa, tutto ciò con dei limiti dovuti alle caratteristiche stesse dei materiali che vanno sommate alla tipologia della muratura portante, alla temperatura e al ricircolo d’aria.

Partiamo da quest’ultimo punto, la ventilazione degli ambienti è l’unico modo per il ricambio d’aria così importante nei nostri ambienti, possiamo farlo aprendo le finestre o con un metodo più tecnologico ovvero la ventilazione meccanica forzata, nel primo caso comunemente usato oltre l’aria viziata aprendo le finestre perdiamo una buona quantità di energia spesa per riscaldare l’ambiente o per raffrescare nel caso estivo, per questo motivo un investimento in un impianto di ventilazione meccanica ci permette di avere sempre un ricambio d’aria pulita con un controllo di umidità e temperatura.

Accade in molti casi che sostituendo le vecchie finestre con il “sano spiffero” si riscontrano maggiori formazioni di muffe, essendo appunto i nuovi serramenti più ermetici non permetteranno un ricambio d’aria (involontario)

La presenza dell’uomo e le sue attività producono all’interno dell’abitazione una notevole quantità di vapore acqueo, in particolare nel bagno e in cucina, va da se che in una casa antica con intonaci a calce aerea o a gesso, con vecchi serramenti in legno con gli spifferi probabilmente non ci saranno muffe per il semplice motivo che una grossa quantità di vapore esce dalle finestre e una parte viene assorbita dall’intonaco a calce, questo meccanismo permette una regolazione dell’umidità, se poi aggiungiamo che in passato si usava riscaldare vivacemente a legna il gioco è fatto. Pensare che il vapore acqueo possa passare attraverso i muri è un grosso sbaglio, solo una piccolissima parte di esso riesce ad uscire trapassando i muri mentre il 99% viene scambiato con l’apertura delle finestre.

Sfatiamo il secondo concetto che con il cappotto termico la casa non respira più. Come già compreso la casa ha una certa traspirazione a seconda dei materiali utilizzati, nel caso in esempio di un cappotto termico esterno in eps con finitura acrilica, abbiamo poca traspirazione se non nulla, ma in realtà non ci serve, il grande vantaggio è che eliminando tutti i ponti termici (le autostrade del freddo) si aumenta la temperatura dei muri abbassandone la criticità, eliminando condense e conseguenti formazioni di muffe, è chiaro che applicando un cappotto termico e avendo cura di arieggiare gli ambienti in quasi la totalità dei casi si risolvono i problemi legati alle muffe.

Volendo fare una metafora se immaginiamo la nostra casa come il nostro corpo, la quasi totalità dello scambio d’aria interno- esterno avviene respirando aria nei polmoni attraverso le cavità orali che possiamo immaginare come le finestre di casa, se poi pensiamo che indossando una mantellina anti pioggia non respiriamo più capite l’errore. Bisogna respirare con le finestre o attraverso la ventilazione meccanica (naso e bocca) e vestirci con dei materiali traspiranti che permettono alla nostra pelle di non condensare e di tenerci caldi.

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